Schopenhauer
Schopenhauer nasce a Danzica il 22 febbario 1788. Nel 1818 pubblica il suo capolavoro ''Il mondo come volontà e rappresentazione'' L'inconscio per Schopenahuer è la vera verità, rapprsentazione della realtà che lui chiama VOLONTÀ DI VIVERE.
Lui afferma che il mondo è una mia rappresentazione, ovvero tutte le cose sono fenomeni elaborati sulla base del principio di individuazione e correlati in virtù del principio di ragion sufficiente. In questo senso, le cose sono un reticolo di connessioni elaborate in virtù dei principi di individuazione e di ragion sufficiente, con i quali il soggetto filtra ogni dato percettivo. Per lui tale dimensione fenomenica , che è quella della scienza, è sogno e illusione; in questo egli differisce da Kant, per il quale essa costituiva l'ambito della conoscenza oggettiva. L'identificazione del mondo fenomenico con la dimensione dell'illusione e dell'inganno era già stata sostenuta dal pensiero orientale, a cui Schopenhauer fa esplicito riferimento riprendendo il concetto di ''velo di Maya'', ossia l'immagine che rappresenta l'esperienza sensibile come un ''velo'' che nasconde la vera essenza delle cose.
Secondo il filosofo l'uomo, non è soltanto fenomeno e rappresentazione, bensì anche corpo, e in quanto tale avverte in se stesso un'incessante brama di vivere e di autoconservazione. Grazie al proprio corpo, l'uomo può squarciare il velo di Maya che nasconde la verità e capire veramente la propria natura, che consiste nella volontà. Quest'ultima è un impeto cieco e insopprimibile, che lo porta a desiderare nuove cose e lo rende schiavo di una condizione di desiderio continuamente inapaggato.
La vita umana è come un pendolo che oscilla senza fine tra il desiderio e la noia, trovando la quiete solo nella fugace e transitorio istante del piacere, inteso come cessazione del dolore. La volontà colta nell'esperienza corporea non è l'essenza unicamente dell'uomo, bensì di tutto l'universo, un principio universale di cui la molteplicità degli esseri non è accomunato dallo stesso cieco impulso che comporta dolore: esso è il nuomeno, la cosa in sé sottesa alla realtà
Tuttavia per Schopenhauer esistono tre vie di liberazione dal dolore
- l'arte, costituisce un primo tentativo di affiancarsi dalla volontà, in quanto, attraverso la contemplazione disinteressata dell'oggetto, disattiva il desiderio e i sentimenti negativi che a esso sono connessi.
- la morale, consente di superare il principio di individuazione caratteristico della vita quotidiana, facendo sì che l'uomo cessi di considerarsi un individuo contrapposto ad altri, per cogliersi quale espressione dell'unica volontà universale che accomuna tutti gli esseri
- l'ascesi, che consiste nella metodica e costante soppressione dei desideri e dei bisogni e ha come scopo il raggiungimento del nirvana, cioè della dimensione del ''nulla'' inteso come negazione della volontà di vita e del mondo che ne è la manifestazione
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