SECONDA FASE
Nel secondo periodo del suo pensiero, simbolicamente rappresentato dal
leone che lacera e distrugge, Nietzsche ritiene che per emanciparsi
dalla menzogna e dalle false credenze l'uomo debba spingere alle estreme
conseguenze la tendenza verso il nichilismo implicita nella cultura
europea, adottando un metodo scientifico e decostruttivo. Questa fase del pensiero di Nietzsche è denominata anche illuministica.
La tesi di Nietzsche è la seguente:
la grandi costruzioni teoriche della morale, della filosofia e della
scienza non sono altro che un'invenzione consolatoria di chi è in cerca
di rassicurazione, non potendo tollerare la profonda sofferenza
derivante dal disordine, dall'insensatezza e dall'irrazionalità
dell'esistere. In questa prospettiva l'idea di Dio è il prodotto della tradizione metafisica, che ha
"fuggito" la vita, la natura, il corpo, ponendo il senso dell'essere in
una dimensione trascendente.
Secondo Nietzsche è però ormai giunto il tempo di fare a meno di Dio e
di tutte le concezioni metafisiche: "Dio è morto", e con lui sono
crollati tutti i valori assoluti. In ciò consiste il nichilismo. Con la
morte di Dio è venuta meno la possibilità stessa di una verità
assoluta, perché non c'è più alcuna entità metafisica, trascendente o
immanente, che ne garantisca la necessità e l'universalità.
La morte di Dio comporta l'avvento di
una dimensione terribilmente difficile da sostenere, perché implica la
responsabilizzazione dell'uomo, a cui ora spetta il compito così grande e
impegnativo da poter essere assolto soltanto da colui che saprà "farsi
Dio" egli stesso, che sarà in grado di oltrepassare l'uomo e diventare
"oltreuomo", inaugurando una nuova epoca.
Accanto alla critica della metafisica, in questa seconda fase del suo
pensiero Nietzsche svolge un lavoro di decostruzione della morale.
Applicando il metodo generale, il filosofo individua l'origine della
morale nella volontà di dominio di alcuni individui rispetto ad altri.
In particolare, riconosce la morale cristiana come una morale di
risentimento prodotta da uomini mediocri, incapaci e repressi, i quali,
sopraffatti dall'invidia per i più forti, cioè coloro che sono in grado
di sopportare e di accettare la drammaticità della vita, si rivalgono
imponendo a tutti i propri meschini principi: umiltà, povertà,
obbedienza, ascetismo, negazione della sessualità e sacrificio della
gioia di vivere.
TERZA FASE:
L'uomo nuovo e il superamento del nichilismo: il fanciullo
La terza fase del pensiero è simboleggiata dal fanciullo, il quale rappresenta l'oltreuomo, cioè colui che va oltre l'uomo inaugurando un nuovo inizio.
La terza fase del pensiero è quella in cui Nietzsche afferma che l'oltreuomo è capace di sopportare le implicazione della ''morte di Dio'' e sa dire di ''sì'' alla vita e godere del corpo e dei suoi valori. Egli può sopportare l'idea dell'eterno ritorno, cioè l'ipotesi che la storia sia un grande circolo e che tutto sia destinato a ritornare; essa è contrapposta all'idea del tempo lineare, secondo cui la storia è una catena di momenti irripetibili orientati verso un fine ultraterreno.
L'oltreuomo è espressione compiuta della volontà di potenza, la quale:
- è assenza della vita, cioè impulso a crescere;
- è arte, cioè azione produttiva del senso del mondo.
In virtù di tale potenza creatrice, l'oltreuomo opera una
trasvalutazione dei valori: inaugura un nuovo modo di rapportarsi ai
valori, intesi come libere manifestazioni dell'uomo.
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