KIERKGAARD
Lo stadio estetico è quello in cui l'uomo manifesta indifferenza nei
confronti dei principi e dei valori morali. L'esteta non crede nelle
leggi etiche tradizionali. Ritiene invece fondamentali e primari i
valori della bellezza e del piacere e a essi subordina tutti gli altri
valori, anche e soprattutto quelli morali.
Il tipo dell'esteta è per Kierkegaard il "seduttore", rappresentato dal personaggio di Don Giovanni.
Don Giovanni non si lega a nessuna donna in particolare perché vuole
poter non scegliere: il seduttore è libero da ogni impegno o legame e
vive nell'attimo, cercando unicamente ll piacere. Don Giovanni seduce
migliaia di donne senza riuscire ad amarne davvero nessuna, è la figura
che incarna la sensualità, l'erotico. Non a caso, questo personaggio è
immortalato dalla musica. La musica, infatti, è la più sensuale delle
arti, perché si rivolge direttamente ai sensi, senza passare attraverso
il concetto, la parola.
Ma Kierkegaard esprime un giudizio negativo sull'esteta. Infatti, chi
non sceglie e si dedica solo al piacere cade ben presto nella noia, cioè
nell'indifferenza nei confronti di tutto, perché, non impegnandosi mai,
non vuole profondamente e sentitamente nulla. Infatti, la noia è uno
stato esistenziale che sorge quando una persona è affettivamente
demotivata.
Consapevole della disperazione connessa alla vita estetica, l'uomo può
decidere di cambiare tipo di esistenza, optando per la vita etica. Nello
stadio etico, l'uomo vive conformemente a ideali morali e cerca di
assumersi delle responsabilità. Sceglie fra il bene e il male e accetta i
compiti seri della famiglia, del lavoro, dell'impegno nella società,
dell'amor di patria e affronta serenamente i sacrifici necessari per
restare fedele a tali compiti.. La figura del "marito", cioè dell'uomo che ha scelto una sola donna e ha accettato i doveri del matrimonio, è per Kierkegaard l'emblema dello stadio etico, ed è contrapposta a quello del seduttore. L'uomo etico è incarnato, nell'opera Aut-aut dal
Consigliere di Stato Guglielmo. Il consigliere Guglielmo, che ha scelto
la vita etica, è un marito fedele, un professionista onesto e laborioso
e un funzionario esemplare.
il marito, che ha fatto delle scelte etiche e programma in base a esse
il suo futuro, sembra fondare una personalità. Appare pacificato e
tranquillo, non vive per l'istante bensì nella continuità del tempo in cui egli non fa che riaffermare, riconfermare la sua "scelta" iniziale.
Anche la vita etica appare, però, limitata. Infatti, l'eticità è spesso caratterizzata dal conformismo.
Nell'opera ''Timore, Tremore'', il filosofo danese si concentra sulla figura di Abramo e sulla vita religiosa, la quale si concentra principalmente sulla fede.
Il filosofo afferma che l'uomo è ex-sistenza, ovvero può trascendere la propria condizione e proiettarsi nel futuro ed è progettualità e possibilità; pertanto prova angoscia, intesa come puro sentimento della possibilità e prova disperazione ( = la malattia mortale), intesa come lacerazione tra infinito e finito. Per Kierkegaard l'unico rimedio alla disperazione è la fede.
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