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Bergson

BERGSON


Henri-Louis Bergson è nato a Parigi nel 1859, ed è stato un filosofo francese. La sua opera superò le tradizioni ottocentesche dello Spiritualismo e del Positivismo ed ebbe una forte influenza nei campi della psicologia, della biologia, dell'arte, della letteratura e della teologia. Muore nella sua città natale nel 1941.

Bergson fa una distinzione tra: 
 
  • tempo della scienza: "privo di durata", definendole l'assenza. Il tempo della scienza è una successione omogenea di istanti ed è quello "esteriore", misurabile e spaziato in una sequenza omogenea di istanti.
  • tempo della coscienza:è concepito come flusso continuo, incessante movimento degli stati di coscienza in cui passato, presente e fututo si fondono. Esso presenta diverse qualità: è il tempo della vita, cioè delle cose che hanno significato per ciascun individuo, è qualitativo, perchè non è misurabile e ha senso in ragione della qualità del ricordo che suscita in noi.
Egli come Nitzsche, Schopenhauer e Freud hanno una forte influenza nella cultura ai nostri tempi. Non devono essere considerati solo come filosofi, ma come un qualcosa che ha un forte collegamento con la cultura e una forte influenza. Sono accomunati tutti da determinate cose, come Nitzsche eredita  qualcosa che Schopenhauer introduce in termini di irrazionalità che in egli diventa pero il corpo. Bergson era ispirato dalla biologia perché era uno slancio vitale e si riferiva al bios.La vita per lui si origina da un unico impulsò iniziale detto appunto slancio vitale(elan vital ). Ciò è all’origine della vita infatti è energia spirituale visibile che si espande nel mondo dando vita a tutti gli essere viventi.  Un tema che egli tratta è anche il concetto di tempo. Si riferisce ad esso è polemizza questo aspetto con Einstein con la teoria della relatività.

Si accorge che il tempo seguendo la visione della scienze è privo di durata quindi  privo di quel qualcosa che ne definisce l’essenza. Il tempo della scienze è un tempo spazializzato, parla dell’esperienza del tempo, della sua durata e inteso come tempo vissuto e calcolato. Egli individua anche il tempo della coscienza. È concepito come flusso continuo e incessante movimento degli stati di coscienza. È un tempo interiore e qualitativo a differenza di quello della scienza che è un tempo esteriore e misurabile. Quindi il ttempo dello spirito è interiore ed è il tempo della durata che dura. È il tempo della vita cioè delle cose che hanno un significato che rappresentano una vita vissuta. È qualitativo perché non è misurabile ed è continuo perché non si può dividere in parti.


La coscienza è identificata con la memoria e si distinguono tre aspetti:
  • Ricordo puro o memoria pura è pura durata spirituale ed è il deposito di tutti i ricordi passati. 
  • Ricordo immagine che costituisce una piccola porzione della memoria complessiva e spiega perché la coscienza se è sempre un ricordo. È l’atto in cui il presente di concretizza nel presente. 
  • La percezione cioè la facoltà che ci lega al mondo esterno e seleziona i dati utili alla vita concreta. Una percezione isolata come un suono può essere occasione del far riaffiorare un bel ricordo.

Nel suo capolavoro del 1907, L'evoluzione creatrice, Bergson estende all'universo intero la sua visione spiritualistica, indicando nello slancio vitale l'energia profonda che anima il mondo e lo porta a oggettivarsi in forme di vita sempre più elevate dal punto di vista dell'organizzazione. L'evoluzione di tale forza originaria è definita <creatrice> in quanto non ha principi al di fuori di sé, è unica, e da essa si origina come l'esito dell'affievolimento del suo slancio. Quest'ultimo raggiunge il suo vertice nell'uomo, l'essere dotato di intelligenza (capacità di inventare e di realizzare  strumenti artificiali) e di intuizione (capacità di penetrare l'essenza della vita cosmica). Se l'intelligenza, che è l'organo della scienza, è indispensabile per la vita pratica, soltanto l'intuizione, organo della metafisica, consente una vera e propria conoscenza della realtà. Il passaggio della prospettiva scientifica a quella metafisica implica l'abbandono degli strumenti abitualmente associati alla conoscenza intellettuale, ossia la concettualizzazione e il linguaggio, i quali, secondo Bergson, comportano una schematizzazione e quindi una "deformazione" della realtà. Paradossalmente, lo stesso filosofo, per comunicare la propria intuizione, deve fare ricorso a immagini e metafore, prendendo spunto dal modello conoscitivo offerto dall'arte.

La vita è novità, imprevedibilità, creatività, slancio vitale che tende alla creazione di nuove e sempre più numerose forme di vita
Spirito e materia non sono due realtà, ma due poli della medesima realtà
Al pari della vita della coscienza, la vita biologica non è una macchina che si ripete sempre identica a se stessa, ma è continua e incessante novità, è creazione, imprevedibilità, vita sempre nuova che inglobando e conservando l’intero passato cresce su se stessa. E la materia non è altro che il momento dell’arresto di questo slancio vitale, è data dal riflusso dello slancio vitale che disperde la propria unità e ricade come molteplicità di elementi. 
La materia è “azione che si dissolve e di logora, si depotenzia”. La materia è slancio che ha perduto la propria creatività e diventa un ostacolo per lo slancio successivo
Lo slancio unitario ricade allora in una molteplicità di elementi. 
Bergson vede dunque la formazione di fondamentali funzioni:
1. Istinto = facoltà di utilizzare strumenti organici, caratterizzato dall’essere ripetitivo, rigido e inconsapevole, capace di cogliere le cose stesse dall’interno
2. Intelligenza = facoltà di fabbricare e utilizzare strumenti inorganici, caratterizzata dall’essere creativa, capace di variare, consapevole: coglie le cose esteriormente, nello spazio.
Istinto e intelligenza sono due risposte allo stesso problema, quello di rispondere al mondo circostante e di permettere la sopravvivenza, ma non ci danno la vera realtà, per la quale occorre: intuizione, è la capacità di cogliere il cuore della realtà, è un “istinto divenuto disinteressato, cosciente di sé, capace di riflettere sul proprio oggetto”. 
L’intuizione ci conduce proprio dentro la vita, è immediata come l’istinto e consapevole come l’intelligenza
L’intelligenza produce analisi e spezza il divenire: l’intuizione procede attraverso la simpatia e ci porta direttamente dentro la realtà. E’ la “visione dello spirito da parte dello spirito”. 
Legata all’intelletto è la scienza, legata all’intuizione è la metafisica, che ci fa entrare in rapporto con la durata. Lo slancio vitale di esprime come umana attività creatrice, generando arte, filosofia, morale e religione.

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